news - Pallanuoto





  • Il personaggio della settimana - Edoardo Manzi del Sori

    Se non fosse un atleta in carne e ossa, un ragazzo in carne e ossa, Edoardo Manzi sembrerebbe un personaggio creato ad arte per promuovere la pallanuoto. L’attaccante della Rari Nantes Sori e della Nazionale giovanile, capocannoniere in A1 dopo le prime due giornate di campionato, a soli 17 anni incarna tutto quello che questo meraviglioso sport porta dentro di sé: entusiasmo, sacrificio, valori, divertimento, educazione, professionalità. Dunque nessuno più di lui merita di inaugurare “Il personaggio della settimana”, la rubrica di interviste ai protagonisti della pallanuoto targate TRR Pallanuoto Riccione.

    “Sono felicissimo di poter aprire le danze di questo interessante progetto e sono onorato di contribuire a fare conoscere questo bellissimo sport che è la pallanuoto attraverso la mia esperienza”.

    Innanzitutto conosciamoci meglio. Come è nata la tua passione per la pallanuoto? “Avevo 6 anni e mezzo quando il migliore amico di mio padre, che ha giocato per tanti anni nel Settebello, sapendo che ero mancino e che amavo l’acqua mi ha consigliato di provare questo sport. Ero alla “Mameli”, storica società genovese e ho iniziato come nuotatore, ma appena provato la pallanuoto ho deciso di continuare. E’ stato un amore a prima vista”.

    Un amore ricambiato, visto che a 13 anni sei uscito di casa per inseguire il tuo sogno sportivo. “Sono nato a Padova, ma a 6 anni mi sono trasferito a Genova e poi a Roma, dove ho vissuto solo un anno perché a giugno è arrivata la chiamata del Camogli e ad agosto mi sono trasferito lì. Non è stato facile, ma ho sempre avuto la volontà di perseguire i miei sogni di diventare un buon pallanuotista, di poter giocare nel Settebello e di vincere le Olimpiadi con la maglia della Nazionale. Questa grande voglia mi ha portato a fare questa scelta complicata anche dal punto di vista dell’organizzazione familiare”.

    A proposito di famiglia, come l’hanno presa i tuoi genitori? “E’ stato tutto molto veloce, stavo finendo la terza media quando ho fatto il provino per il Camogli. C’era una decisione da prendere in fretta e mia mamma ha deciso in una notte. Ci ha dormito sopra e il giorno dopo mi ha detto “vai” e mi ha preparato le valigie. Non è stato facile separarmi dalla mia mamma e dai miei fratelli a cui sono molto legato, ma è stata la scelta giusta”.

    Per un ragazzo così giovane cosa significa vivere lontano dagli affetti di casa? “Significa vivere da solo e dunque maturare in fretta, crescere e fare tanta esperienza. Ma la mia famiglia mi è comunque sempre vicina e ho dei compagni di squadra meravigliosi con cui mi trovo benissimo”.

    Chi sono i tuoi compagni/amici? “Divido casa con Cristian Gandini, con cui ho fatto tutto il percorso fin dal Camogli. Cristian ha due anni più di me, giochiamo insieme da 5 anni e da 3 abitiamo insieme. Fino all’anno scorso con noi c’era anche Niccolò Rocchi, che ora si è trasferito a Trieste. Un trio di amici veri e uniti. Ci siamo trovati per carattere e per la passione che abbiamo per la pallanuoto”.

    Di momenti difficili, comunque, ce ne saranno stati… “Sì, soprattutto perché quando non fila tutto per il verso giusto manca il sostegno giornaliero della famiglia. Quando si arriva a casa farebbe piacere trovare la cena pronta e il sorriso della mamma ad accoglierti, ma per fortuna sono momenti di nostalgia passeggeri che ho superato in fretta grazie al sostegno di tutti i parenti, mia nonna compresa, lontani ma sempre presenti e disponibili”.

    I momenti belli, quelli li leggiamo sui giornali. Gli Europei di Baku, ad esempio… “Per fortuna ce ne sono stati molti anche prima: ho vinto tanto già a livello giovanile e tutte le finali sono state entusiasmanti. L’apice dell’emozione è invece arrivato nelle finali play-off per la promozione con Sori, ma in assoluto nell’indossare la maglia Azzurra e rappresentare l’Italia davanti alle tv internazionali e a un grande pubblico, in una struttura che nulla aveva da invidiare alle Olimpiadi. E’ stato eccezionale. Poi sentire Maurizio Felugo (ex pallanuotista, con l’Italia oro mondiale e argento olimpico e ora commentatore tv, ndr) parlare bene di me è stato un piacere immenso e uno stimolo a continuare sempre con maggiore impegno per proseguire su questa strada”.

    Obiettivi te ne dai? “Certo! E sono obiettivi seri: Mondiali, Europei, Olimpiadi… vorrei vincere tutto! Senza dimenticare la squadra di club, ovvero campionato e Champions”.

    Beh, le idee di Edoardo Manzi sono chiarissime e il timone è a tutta dritta. Ma tu, giovanissimo, consiglieresti questo sport anche ai ragazzini più piccoli? “Assolutamente sì! E’ uno sport che consiglio a tutti, perché completo dal punto di vista fisico e mentale, fa maturare tanto perché richiede sacrificio e impegno e soprattutto è uno dei pochi sport, insieme al rugby, ad avere insiti valori molto forti”.

    Come abbiamo visto tu hai trovato in fretta la tua strada. Cosa diresti a un giovane atleta che dovesse essere davanti al tuo stesso bivio? “Gli direi di seguire le sue scelte, ponderandole ma allo stesso tempo prendendole d’istinto. Gli direi di tenere la mente aperta , ma una condotta rigida e regolare. La pallanuoto a livello monetario non dà riscontri come ad esempio il calcio, ma ha valori molto più profondi dei soldi. Servono impegno, umiltà e non bisogna alzare troppo la cresta: concentrazione e perseveranza sono le parole per il successo. Volare basso, ma volare!”.

    Edoardo Manzi conosce già da un po’ la Tisanoreica Team Riviera di Romagna. I destini dell’attaccante e della società riccionese si sono toccati proprio all’inizio delle loro avventure. “Cinque anni fa, quando ero al mio primo anno al Camogli, l’allenatore delle nazionali giovanili Alessandro Cavallini ha chiamato alcuni giovani interessanti da tutta Italia e tra loro c’ero io e pure Riccardo Anzini della Pallanuoto Riccione. E’ stato lì che ho conosciuto Riccardo e l’allenatore del Riccione, Luca Bellavista”.

    Vuoi dire qualcosa o fare un augurio alla TRR che si appresta a cominciare un nuovo campionato di Serie C con la prima squadra e anche tanti progetti legati al settore giovanile? “Certo, con piacere! Mi auguro che questa nuova stagione possa andare bene e che il progetto con cui state promuovendo la pallanuoto cercando di creare interesse sul territorio possa avere successo. Intanto iniziamo con questa intervista, sperando che abbia tante visualizzazioni in giro per l’Italia”.

    Giorgia Bertozzi